COSA SERVE AL TEATRO?

LE TUE PROPOSTE

sondaggio teatrale

Cosa manca al Teatro italiano? Chi meglio di chi il Teatro lo fa e lo vive può dirlo? Per questa ragione abbiamo voluto porre a Voi questa domanda. Pubblicheremo e daremo la giusta visibilità alle Vostre proposte.

"Il problema più grave del Teatro italiano, oggi, è quello degli spazi. Ed è anche il motivo per cui la nostra vita teatrale segna il passo: perché questa mancanza di luoghi in cui provare e recitare, gli affitti onerosissimi che si è sovente costretti a pagare, colpiscono soprattutto le nuove generazioni, i giovani. Un Teatro che non pensa ai giovani rischia di morire. Non per fare dell'autobiografia, ma se Parenti, Durano ed io ai tempi del Dito nell'occhio non avessimo avuto il Piccolo Teatro che ci dava a bassissimo costo la sua sala, non avremmo potuto mai cominciare. Gli spazi per fare Teatro sono sempre stati carenti, ma oggi con l'irrigidirsi delle norme di sicurezza sono ulteriormente diminuiti. [...] mancano i teatri e, anche quando ci sono, spesso non sono frequentabili per una compagnia che si basa sul contenimento dei prezzi" - Dario Fo, in un'intervista del 3 febbraio 1986

"Diminuzione dei costi tramite agevolazioni fiscali, concessione di spazi a titolo gratuito da parte dei Comuni e apertura di Laboratori per avvicinare le persone al palcoscenico" - Germano Onofri, Bologna

"Il Teatro merita il giusto valore e la giusta considerazione. Non è possibile che ci siano persone che lo associano alla noia dicendo: "Mi scoccio a stare seduto in teatro" o addirittura si lamentano del solo fatto che per andare a Teatro si paga un biglietto e poi le stesse persone vanno a guardare i cine-panettoni al cinema. Seduti al cinema sì, seduti a teatro no. Pagare il biglietto del cinema sì, quello del teatro no. Perché? E non confronto il cine-panettone ad una tragedia greca, ma anche ad una commedia comica brillante. Preferiscono il cine-panettone ad una commedia teatrale dove si ride dall'inizio alla fine!
Altre persone che non considerano il teatro sono le Autorità, i Sindaci. La mia città si è trasformata in una città senza Arte. Tutti i teatri (tranne uno da 400 posti che nessuna compagnia amatoriale si può permettere di affittare né di riempire!) ce li hanno chiusi. Noi non possiamo fare più spettacoli. L'unico modo per fare spettacoli nella mia città, da quando ci hanno chiuso tutti i teatri (tra cui uno meraviglioso all'aperto e uno storico e famosissimo nella mia città) è essere una Compagnia che si può permettere di riempire 400 posti di pubblico e pagare l'affitto dell'unico teatro rimasto aperto. Basta. Le Compagnie Amatoriali oppure quelle che non possono spendere un botto di soldi (perché non ce li hanno!) o, non essendo conosciutissime, non sono sicure di poter riempire un teatro di 400 posti, non possono più fare spettacoli. Ed io la trovo una vergogna inaudita. Se ci fosse più cultura del Teatro, queste cose non succederebbero! Quindi di questo ha bisogno il Teatro Italiano: della Cultura" - Sara De Vita, Foggia

"Il Teatro ha bisogno di estreme agevolazioni di costo, al botteghino quindi, per ragazzi inferiori a 25 anni. E poi credo che il Teatro abbia perso il senso della fantasia" - Stefano Magrì, Mesagne

"Portare avanti una Compagnia teatrale oggi richiede grande pazienza, abnegazione, passione. Quell'idea di progetto concreto e qualitativamente all'altezza che ha bisogno di sostegno e incoraggiamento. Noi continuiamo ad appoggiarci alle Parrocchie, che comunque esigono un pagamento di affitto, ormai divenuto esoso. Conosco persone a Roma che offrono il proprio soggiorno, in via del tutto "filantropica", per ospitare una Compagnia teatrale. E' ben triste constatare sempre più che il pubblico a volte sembri non capire quanto costi tutto questo. Non comprendono perché si debbano pagare 7 o 8 euro se siamo dentro un teatro parrocchiale, se non lo facciamo di mestiere, se tutto sembra così facile a vedersi. Nel nostro ultimo spettacolo abbiamo pagato anche 700 euro di SIAE in 5 spettacoli, una roba pazzesca, che non risponde al flusso di pubblico in platea, e che unito alle ulteriori molte spese renderebbe fare teatro impossibile. Il Teatro amatoriale spesso non ha nulla da invidiare al teatro di mestiere. Il Teatro è una dimensione troppo importante per essere ignorata dalle istituzioni. Nei miei laboratori, ogni anno scopro un aspetto nuovo dell'immensa potenzialità educativa del teatro. E' intollerabile che non si promuovano attività di questo tipo. Ma personalmente tengo duro, perché il Teatro ti insegna che non ci si arrende neppure dinanzi a mille porte chiuse. Una sfida sempre nuova. Educhiamo i ragazzi al rispetto del Teatro, alla passione per esso. Le nuove generazioni, così come quelle di ogni tempo, hanno nella più nobile delle arti una grande opportunità di crescita e di rispetto della Bellezza." - Luana M. Petrucci, Roma

"Posso riportare la mia esperienza. Sono un cantautore; da un anno circa mi sono avvicinato con entusiasmo al Teatro ed insieme ad un altro autore abbiamo scritto un'opera di musica e teatro, e l'abbiamo portata avanti con i nostri soldi, creando una compagnia teatrale e affittando un paio di teatri della capitale. Il risultato è stato che gli elevati costi di produzione ci hanno fatto rimettere soldi invece che guadagnare, pur avendo sempre molto pubblico. Il risultato artistico del nostro spettacolo sembra essere valido, visto la risposta del pubblico che ci ha sempre applaudito all'inverosimile, e riteniamo anche, senza boria, che sia innovativo nel panorama teatrale nazionale. Il problema sta nel fatto che è molto difficile continuare a portarlo avanti, visto i costi di produzione. Così il teatro muore, servono agevolazioni, finanziamenti pubblici, e serve anche coraggio da parte dei proprietari dei teatri. Nessuno ha accettato la nostra proposta (70/30), hanno preteso tutti l'affitto della sala, per assicurarsi l'entrata, mentre se avessero accettato il 70/30 magari avrebbero contribuito a quello che dovrebbe essere il fine ultimo di un proprietario di teatro: divulgare l'arte" - Luciano De Iuliis, Monterotondo (RM)

"Il Teatro ha bisogno (oltre ad agevolazioni sui costi, spazi, ecc.) di essere portato tra la gente, introdotto nelle scuole e negli animi degli italiani come patrimonio nazionale, il Teatro è l'anima dell'Italia, la commedia dell'arte italiana è il cuore del Teatro moderno, senza il Teatro italiano, il Teatro odierno non avrebbe radici. Bisogna farlo entrare nella cultura quotidiana e farlo amare e sostenere a tutti gli italiani" - Sara Straseggio, Pozzonovo

"Una maggiore informazione al pubblico, sopratutto giovane; un aiuto alle compagnie minori/amatoriali, magari agevolandole nel poter disporre di teatri locali a costi inferiori, lasciandogli l'opportunità di mettere in scena commedie in vernacolo che mantengono in vita modi di parlare che con il passare del tempo si perderebbero come cultura e storia della lingua italiana" - Patrizio Mariotti, Cerreto Guidi (FI)

"Da "spettatore semplice", amante soprattutto del "nuovo (ma ancora lo si può dir tale?) Teatro" dico: di circolare il più possibile, non solo nei Festival e nelle rassegne ma normalmente in qualsiasi luogo che "scena" possa diventare, può andar bene anche una discarica o dei bunker in un'isola della laguna veneziana se lo si vuole - che purtroppo però va sempre in coppia con se lo si può. Di tutto il resto non so" - Giuseppe Stumpo, Venezia

"Ha bisogno di meno costi e più pubblico pagante. Meno spettacoli offerti dalle Amministrazioni e magari selezionati con criteri clientelari e non di qualità, finanziamenti per laboratori, corsi e progetti collaterali ma non spettacoli gratis, nessuno compra la vacca se può avere il latte gratis, poi non ci lamentiamo. Ma soprattutto ha bisogno di menti di penne e di coraggio! Quando si produce qualcosa di chi il pubblico ha un intimo bisogno non si può aver paura di fallire. Io sono stata tra il pubblico del Teatro alla Scala e non è certo gratis, i soldi si trovano quando si sente di essere amati dagli artisti" - Laura Di Vittorio, Brindisi

"Ha bisogno di tornare al tradizionale. Basta con le avanguardie snobistiche ed incomprensibili alla maggioranza del pubblico. C'è una nuova generazione che non conosce i tesori del nostro teatro tradizionale" - Giancarlo Buzzi, Ispra (VA)

"Di spazi per agevolare le tante Compagnie che vivono con sacrifici; di comprensione e sostegno da parte delle Istituzioni perchè il Teatro, oltre ad essere una multidisciplina è anche economia; di attenzione da parte delle TV che non danno più opere teatrali" - Tani Roma, Francavilla Fontana (BR)

"Il Teatro ha bisogno di AUTORI prima ancora che di attori. Poi ha bisogno di soldi, i quali senza buoni autori e buoni attori non si fanno. Oggi non è più l'epoca dei carrozzoni e dei canovacci della commedia dell'arte, dell'attore che fa la fame. Il "sacro fuoco" da solo non basta a motivare i giovani a rischiare di lasciare un lavoro forse più sicuro in un altro settore e se questi, una volta presa la fatale decisione di mettersi in gioco trovano solo compagnie che non rischiano sui giovani perchè soldi non ne hanno neanche loro.. Il Teatro dovrebbe, alla fine, comunque essere considerato un lavoro. Quindi ogni compagnia dovrebbe lavorare come una vera ditta facendo bilanci, investimenti, rischi d'impresa e, più di tutto, guadagni. Un ultima cosa: andare a vedere un attore "decente" può anche costare un occhio della testa per cui la scarsa affluenza di pubblico possiamo dire che è allo stesso tempo la causa o la conseguenza di questi prezzi alti. Se unite che poi, dai tempi di Eduardo, il Teatro non riesce più a generare niente di nuovo.." - Giuseppe Mascolo, Giugliano (NA)

"Secondo me il Teatro ha bisogno di scendere dal proprio piedistallo, di scoprire nuovi linguaggi capaci di schiodare le persone dalle poltrone di casa. Di rieducarsi e rieducare il pubblico, soprattutto. D'altra parte perchè scomodarsi per qualcosa che non riesce ad essere interessante se non per pochi? Il Teatro è fatto per i teatranti, per gli addetti ai lavori. Sono più quelli che lo fanno o vorrebbero farlo che quelli che vanno a vederlo. E questi che lo fanno o vorrebbero, non vanno a vedere spettacoli che non siano i propri. Inoltre il più delle volte sembra di vedere cose trite e ritrite, dove gli attori sono dei cloni di qualcun'altro, vedi narratori e affini, soprattutto veneti, che somigliano tutti, in maniera inquietante, a Marco Paolini. Al di là dei Comuni che non stanziano per il Teatro o se lo fanno, per i soliti noti. Nel Teatro è difficile, come nel cinema, nella Tv, in politica, che gli emergenti emergano veramente, ci troviamo per venti trent'anni sempre i soliti. Nei cartelloni sono sempre impresse le stesse facce che raccontano anche storie diverse, ma sempre allo stesso modo. Gli attori non fanno ricerca, soprattutto, in Italia non si fa un vero lavoro sul personaggio o se la fanno fino a trovare "il filone d'oro" che diventa nel giro di poco tautologico, ripetitivo, seriale.." - Gianni Stoppelli, Padova

"Ha bisogno di sapere che il pubblico non è "gente", ha bisogno di leggerezza che va verso il pubblico. Ha bisogno di smettere di pensare di fare un mestiere "superiore" agli altri. Ha bisogno di umiltà del personale, ha bisogno di tanta tantissima trasparenza. Ha bisogno di cambiare. Sul serio" - Dario Benedetto, Torino

"Di un'evoluzione che lo porti allo stesso livello di quelli tedesco, francese e, in genere, del nord Europa. Naturalmente, per questo, è necessaria l'equiparazione del Teatro a qualsiasi altra funzione pubblica come la sanità, la scuola e lo stato sociale in genere; so che la proposta potrà sembrare paradossale e utopica ma, in realtà, tutto il Teatro nord-europeo è così strutturato e noi italiani rappresentiamo purtroppo, come troppo spesso succede, un'eccezione negativa" - Lamberto Consani, Roma

"Tornare alla tradizione: basta avanguardie e spettacoli incomprensibili.. non siamo pronti e l'italiano non lo sarà mai" - Andrea Barone, Nardò

"Vi sono tante cose che al Teatro italiano mancano: prima di tutto le agevolazioni (i continui tagli colpiscono tutto il settore culturale del nostro paese e prima di tutto uno Stato ha bisogno di una cultura solida, non solo di un'economia), di spazi, di attori e registi che propongano un ritorno alla tradizione, innovando gli aspetti tecnici della rappresentazione (luci, uso della musica). In conclusione ha bisogno di essere riscoperto per tornare ad essere uno dei fiori all'occhiello dell'Italia.. arriverà mai quel giorno? Certo è che chi ama quest'arte (come il sottoscritto) si batterà fino all'ultimo per salvarla, conservarla e trasmetterla" - Edoardo Billato, Creazzo (VI)

"Il Teatro italiano ha bisogno di una ventata di freschezza e di vitalità, dinamismo, fisicità, rischio, bellezza e profondità.. il Teatro ha bisogno di essere riconosciuto come portatore di valori umani, sociali e politici, portatore di una nuova etica che forse potrebbe salvare finalmente il nostro paese dalla grettezza culturale in cui si trova attualmente" - Chiara Alborino, Marano di Napoli

"Di veri talenti e meno professori. Di più spettatori e meno attori" - Marisa Carlucci, Bari

"Certo: il Teatro ha bisogno di spazi, di soldi, di riconoscimenti sociali. Ma prima di tutto, il Teatro ha bisogno di fare autocritica. Il Teatro ha bisogno di rompere quella bolla di vetro dentro cui sceglie consapevolmente di chiudersi, e di uscire fuori. Il Teatro deve imparare a capire che non è un'arte superiore alle altre, che non tutto gli è dovuto, che se la gente non va a teatro può darsi che sia colpa anche dei suoi contenuti e non per forza della società troppo ignorante. Il Teatro deve parlare alle persone attraverso tutti i linguaggi, non solo quelli che esso considera alti. Ed è un peccato che si auto-ghettizzi in questa maniera, perché tra tutte le espressioni artistiche, è quella che trovo più versatile" - Alessandro Bianchi, Lucca

"Deve essere fatto conoscere principalmente ai giovani attraverso la scuola; solo così si può fare in modo che le nuove generazioni si appassionino ad esso e comincino ad apprezzarlo. Non mi vergogno ad ammettere che io ne sono venuta in contatto solo qualche anno fa... mi sono iscritta a dei corsi di Teatro ed ora, oltre a recitare, non perdo occasione di vedere uno spettacolo teatrale. La scuola, e solo la scuola, può dare una mano alla rinascita del Teatro!" - Erina Angela Pedaci, Presicce (LE)

"Come prima cosa il Teatro italiano dovrebbe essere onesto: non si possono definire compagnie giovani e nuove, realtà che vincono premi dopo anni di supporto di importanti organizzatori teatrali ed enti. Quelle compagnie - vinto l'unico premio teatrale che fa la differenza - occupano tutti i cartelloni d'Italia e, da spettatore sai che, finché quello stile non passerà di moda, non potrai vedere altro teatro all'infuori di quello. Quelle stesse compagnie vengono fagocitate da un sistema che impone la riproduzione della medesima opera con il medesimo stile fino alla noia, distruggendo la loro creatività.
Il Teatro italiano ha bisogno della stessa onestà che si dovrebbe avere nell'ammetter che alle giovani compagnie (quelle vere... quelle che magari hanno 15 anni di esperienza ma nessun operatore ha mai preso sotto la sua ala protettiva) si chiede di partecipare solo quando non c'è budget e si va in cerca di riempire cartelloni ed eventi a rimborsi di 100 euro per opere che non devono avere nemmeno una musica registrata alla S.i.a.e. Carne da macello da usare per fare volume nel calendario degli "eventi organizzati".
Il Teatro italiano ha bisogno che la Siae venga abolita: ai costi di affitto spaventosi delle sale spesso corrispondo dei costi obbligatori senza senso e difficilmente recuperabili con biglietti responsabili in sale molto piccole.
Il Teatro italiano e le giovani compagnie hanno bisogno che i teatri non vengano affittati a 1000 euro al giorno e non ha bisogno di tutte quelle pratiche burocratiche assurde che regolano il teatro di strada e le performance all'aperto. Costi che impediscono al Teatro e alle compagnie di vivere del loro lavoro se non entrando nel vizioso girone dell'organizzazione di corsi e workshop di Teatro (ci sono più corsi di Teatro in una città che teatri).
Il Teatro italiano ha bisogno che i critici la smettano di andare a vedere venti volte lo stesso spettacolo di tendenza e tornino a fare il loro lavoro... raccontare la vera creatività nazionale andando anche nelle sale minori, nei luoghi degli eventi non ufficiali, non mossi da gettoni di presenza, ma facendo quello per cui hanno deciso di lavorare, ovvero essere testimoni esperti di un'arte. Sono stanca di critiche tutte uguali senza stroncature. Scrivete anche male delle opere che non vi sono piaciute, non mettetele nel dimenticatoio. E' meglio una brutta recensione del silenzio. Ricominciate a scrivere quei meravigliosi commenti degli anni '60 e'70 quando il critico era un intellettuale con il quale confrontarsi e contro il quale eventualmente schierarsi.
Il Teatro italiano ha bisogno di un respiro nuovo, di uno spazio non governato da gruppi di potere culturale e di monopolio economico.
Il Teatro ha bisogno di libertà di creazione, distribuzione e giudizio" - Anna Novello, Treviso

"Il Teatro (quello vero) NON HA BISOGNO DI NIENTE, è la gente che ha bisogno di Teatro. Non "questa gente" italiana che vive, da tempo, un nuovo oscurantismo. Quando la gente si risveglierà da questo "torpore culturale" il Teatro sarà lì ad attenderla con l'entusiasmo che l'ha sempre caratterizzato (per conferme vedere Teatro in America, in Francia, in Germania, in Spagna, in Polonia, in Gran Bretagna ed in Giappone)" - Angelo Cardellicchio, Taranto

"Il Teatro ha bisogno di me" - Luana Ascioti, Ariccia

"Versione seria: un riassetto organico a livello ministeriale centrale, la creazione di un Albo delle compagnie teatrali - tutte dalla prosa alla danza, dal canto allo spettacolo di strada - e inoltre una creazione di un Albo attori distinto in professionisti, dilettanti, amatoriali e così via. Un elenco degli agenti e un tariffario di massima previsto dal Ministero della Cultura. Versione semiseria: imporre alla televisione di stato un canale dedicato h24 al Teatro tipo "solo Teatro" ove si discuta e si commentino idee inerenti il Teatro... e un centro d'ascolto nazionale relativo al Teatro!" - Augusto Giacomini, Pesaro

"Il Teatro NON ha bisogno di compromessi. NON deve abbassare il livello delle produzioni o di proporre sempre testi triti e ritriti solo per attirare gente a teatro. Bisogna dare ad attori e registi la possibilità di rischiare con lavori nuovi o importanti senza temere che questi non portino soldi. Tutelare la qualità attoriale e quella registica, specialmente per quanto riguarda i nuovi talenti. Educare i giovani al teatro perché non è possibile che in platea ci si trovi circondati da persone oltremodo adulte e basta. Il Teatro va introdotto nei programmi didattici, i docenti devono portare a teatro gli allievi e di conseguenza, si dovrebbero attuare politiche economiche su misura. I cartelloni non possono ridursi sempre alle stesse cose, e per favore, i registi devono tornare al rispetto del testo classico e non trasformare uno Shakespeare in una "baracconata", ma d'altro canto incrementare la curiosità verso nuove frontiere e drammaturgie" - Ester Formato, Napoli

"Io farei collaborare tutte le Associazioni, Compagnie, Assessori alla Cultura capaci. Avere idee nuove, attirare i giovani. Sollecitare il Ministero della Cultura e il Governo che il Teatro può essere una base per riattivare l'economia italiana" - Marcello Cattabriga, Bologna

"Buon Teatro a tutti! Ho letto attentamente tutto quello che hanno scritto coloro che mi hanno preceduto, il Teatro per me è l'unica forma d'arte capace di racchiudere in sé tutti i sentimenti possibili. Può essere terapia, divertimento, gioco, emozione, intrattenimento ecc. ecc. Le idee ci sono, i teatri sono, dalle mie parti, almeno 15 nell'arco di 10 km. I modi per renderli al meglio ci sono, per aprirli ogni sera ci sono, basterebbe farli gestire dalle compagnie, da chi ama il Teatro, da chi sa donare al Teatro oltre che ricevere" - Beniamino Cicco, Gallarate

"Di un Albo, di un tariffario, di spazi adeguati, di abbattimento dei costi di affitto teatro e Siae. E non ultimo di professionalità ed onestà da parte di tutti: da chi col Teatro paga le bollette a chi lo fa per diletto, sino agli apparati burocratici della gestione e della politica. Un professionista dello spettacolo deve poter lavorare con dignità professionale. Un Artista è un funambolo tra la follia e la ragione, deve poter stare in equilibrio per non perdere la propria creatività. Deve poter sempre sentire il piacere del gioco e trasformarlo in bellezza per il mondo." - Giuliana Satta, Martina Franca

"Di una "non scuola" - nel senso dato a questa espressione dal Teatro delle Albe - per spettatori "normalmente inqualificabili", come pure di una "scuola" per detti spettatori, al fine di lasciarli tali - perché inqualificabile vuol dire anche libero - ma al contempo renderli attivi emancipati e magari anche erranti - in tutti i sensi della parola: entrambe possono essere fatte da tanti e vari soggetti, persone e/o istituzioni, con i mezzi più diversi, e penso ce ne sia proprio tanto bisogno, in modo, tanto solo per fare un esempio, da non dover constatare più quel che è sotto gli occhi di tutti, tipo festival teatrali i cui spettatori sono al 95% addetti ai lavori a qualsivoglia titolo nonostante in essi ci siano spettacoli belli e che si auspicherebbe in tanti vedessero.. tanti che però da ben pochi ben poco sono invogliati ad andare ad assistervi, dunque non ci vanno" - Giuseppe Stumpo, Venezia

"Il Teatro ha veramente un valore inestimabile, svolge funzioni educative,terapeutiche, istruttive, di puro gioco, intrattenimento.. è veramente l'unico vero spazio di libertà di cui dispongono gli esseri umani, il problema è che non tutti lo sanno. Bisogna farlo sapere, e come? Coloro che mi hanno preceduto hanno già risposto, ne sottolineo alcune: sensibilizzare la gente partendo dalla scuola e dalla TV, istituendo programmi, informazioni, canali sul Teatro; abbattere i costi, a cominciare dalla Siae al costo dei teatri; permettere alle compagnie sconosciute di entrare nei circuiti, di entrare in contatto con i giornalisti.. senza una recensione non sei nessuno.. E soprattutto togliere il Teatro, così come tutta la cultura dalle mani dalla clientela politica" - Rosalia Billeci, Palermo

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