PREMIO KANTOR 2010

LA KANTORIANA

Gli 11 studi teatrali finalisti del Premio Kantor 2010

Nel ventennale della scomparsa di Tadeusz Kantor, il regista polacco fra i grandi maestri del Novecento, il CRT ha bandito un concorso riservato ad artisti emergenti under 35 per la proposta di progetti di messa in scena inediti, con drammaturgia originale e una manifesta attitudine all’innovazione.

The head is in the clouds
The end of geometric morality

drammaturgia Guendalina Murroni
coreografia Amit Zamir
collaborazione alla regia Roey Maliach Reshef
con Claudia Caldarano, Pieradolfo Ciulli, Francesca Penzo, Sandro Pivotti, Matteo Vitanza
musiche Emilio Pozzolini
costumi Giada Masi
scene Claire Pasquier
luci Karim Abou El-Dahab
organizzazione Sarah Parolin
progetto Fattoria Vittadini

“Siamo nati con un proiettile in testa. Fatto. Abbiamo bisogno di un tasto “cancella”. Altro fatto. Non ci sono abbastanza Kit Kat nel mondo per risolvere i nostri problemi. C’è il network di default, quella parte di cervello che ti permette di fantasticare. L’unica cosa da fare è trovare un tasto “cancella”, forse un tasto “riaggiorna”, quello giusto per rimuovere il proiettile e mettercelo in tasca. Sarà sempre lì a ricordarti di smetter di sprecare il tempo dietro a queste cose.”

Guendalina Murroni nasce a Genova l’11 febbraio 1984, cresce a Dublino. Si diploma nel luglio del 2010 al corso di Scrittura Drammaturgica presso la Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi. Scrive The head is in the clouds – The end of geometric morality per Fattoria Vittadini, con la quale collabora dal gennaio 2010.

Belonging – trilogia dell’appartenenza #01.nazione

ideazione Anna Serlenga, Margherita Fantoni
regia Anna Serlenga
drammaturgia Margherita Fantoni
con Laura Allevi, Christian Russo, Rosa Sarti, Ilaria Scimone, Emanuele Sonzini
luci Gabriele Clementi
fotografia di scena Celine Volonterio

“Che cosa significa essere italiani? Quali sono i valori, le caratteristiche, i parametri che determinano l’appartenenza a quest’identità? In Belonging l’appartenenza viene intesa come adesione ad un immaginario dominante, ad una rappresentazione della nostra identità che mette in moto un inesorabile meccanismo di inclusione ed esclusione. Se l’appartenenza è conquista, Belonging vuole configurarsi come un momento di riflessione e gioco collettivi, una gara tragicomica, una kermesse all’italiana, in cui il pubblico è parte integrante dello show. Ma sarà una competizione leale?”

Anna Serlenga, laureata in Scienze dei Beni Culturali (Università degli Studi di Milano), è specializzata in Scienze e Tecniche del Teatro (Università IUAV di Venezia). E’ regista per gli spettacoli Sabbia, attraverso via Anelli e Misure di pubblica sicurezza. E’ assistente alla regia di Gianluigi Gherzi per gli spettacoli BABA e Atlante delle norme e dei salti.

Partitura meccanica per Edipo

drammaturgia Silvia Mazzini
regia Caterina Simonelli
con Valentina Brusaferro, Fausto Cabra, Dalies Donato, Matteo Romoli
ideazione spazio scenico Fausto Cabra

“La percezione della realtà influenza ogni aspetto della nostra storia. Le esistenze sono manovrate da meccanismi sconosciuti e, come Edipo, prigioniere di una cecità data dall’aver visto troppo. Senza però aver fatto nulla. Questa infertilità corrode dal di dentro il cuore di un’intera generazione, che non riesce tragicamente a rivoluzionare lo status quo delle cose. Si può sperare di trovare una soluzione? Come realizzarla? Con chi?”

Caterina Simonelli si è diplomata all’Accademia del Piccolo Teatro nel 2005. Attualmente lavora come attrice al Teatro Metastasio per Federico Tiezzi e come regista per diversi gruppi teatrali, fra cui I.F. con cui presenta questo studio teatrale.

Piccolo Mondo Alpino

di e con Marta Dalla Via e Diego Dalla Via
regia Marta Dalla Via
luci Roberto Di Fresco

“Esistono due montagne: quella delle cartoline e quella reale. I villeggianti e i montanari. Il bosco. Il silenzio. Il candore della neve. Un piccolo comprensorio sciistico e l’umanità alcolizzata e muta che ci gira intorno. Nessuno guarda le cartoline convinto di poterci restare per il resto dei suoi giorni. Elsa, Ennio, Alberto e Bertilla gestiscono insieme l’albergo avuto in eredità dai genitori. Conoscono a memoria il piccolo mondo alpino che recitano ogni giorno. Domani arriveranno i turisti, inizierà una nuova stagione, ma la consueta commedia del “montanaro felice” oggi, non è in cartellone.”

Marta Dalla Via si diploma presso la scuola di teatro di Bologna. Con la compagnia Pantakin da Venezia vince il Leone d’oro alla Biennale di Venezia 2006 con lo spettacolo Il corvo, favola in maschera. Dal 2007 è autrice dei suoi allestimenti: La Olga 1958, Romeo è altrove, A Jane Austen. Scrive e mette in scena Veneti fair (2010) con la regia di Angela Malfitano, debutto al Napoli Fringe Festival.

Dissènten

di e con Michele Altamura, Riccardo Lanzarone, Gabriele Paolocà
sound design Dario Tatoli

“Tre cessi. Tre loculi accessoriati. Un luogo oscuro, un "non luogo" che potrebbe essere dovunque: da un autogrill ai sotterranei di Montecitorio. Un luogo ideale per parole che non possono avere spazio altrove, perché troppo esplicite, fatalmente vere. Tutta la scena non è altro che un atto di violazione della privacy. Si assiste ad una vera e propria intercettazione di un progetto massonico. Dissènten vuole sondare il terreno dove le radici del potere attecchiscono, quel terreno dove la luce dell’informazione ha l’accesso vietato, dove tutto è lecito e le parole non hanno bisogno di essere mascherate.”

Gabriele, Michele e Riccardo si incontrano all’ Accademia d’arte drammatica Nico Pepe di Udine dove cominciano a ricercare un loro personale linguaggio capace di insinuarsi nell’attuale e svelarlo in chiave artistica. Dissènten ne è il primo atto. Dario si diploma allo IED (Istituto Europeo di Design) di Roma in Sound Design. Tra gli altri ha lavorato per: Macro Future Roma (Biennale d’arte contemporanea), Amnesty International, Digital Bathroom (Londra).

Globalmarket

di e con Lara Finadri, Silvia Furlan, Elisa Pinna
tecnico luci - audio Francesca Pinter

“Merce. Allineata sugli scaffali. Vogliamo essere su quegli scaffali. Agogniamo a essere su quegli scaffali. Perché chi non c'è è fuori dal gioco, merce avariata smaltita alla chiusura quotidiana del supermercato. Siamo merce. Anche nel momento in cui compriamo i nostri desideri. Il Mercato è il liquido osmotico, appena un po' torbido, nel quale ci svegliamo la mattina, agiamo, amiamo, lavoriamo, pensiamo. Il mercato è la matrix dalla quale non evadiamo mai. Il migliore affare, il business più redditizio, il business più capillare, quello davvero globale, non sono le armi, non è la droga. Sono le donne. E noi vogliamo esserci. Da protagoniste.”

Lara Finadri, Silvia Furlan, Elisa Pinna si sono formate principalmente con la compagnia Teatrincorso di Trento. Hanno approfondito le tecniche dell'arte dell'attore con stage e laboratori con attori, danzatori e registi tra i quali: Maria Consagra, Pippo Delbono e Pepe Robledo, Abbondanza/Bertoni, Emma Dante, Przemek Wasilkowski.

In nome del potere

testo, regia e musiche Simone Giannatiempo (Pastorius)
con Simona Di Maio, Giovanni Granatina, Giorgia Guarino, Marco Luciano, Dimitri Tetta

“A quaranta anni dalla strage di Piazza Fontana e dalla “accidentale” morte di Pino Pinelli, due eventi che feriscono la storia di questo paese e la dignità dell’essere umano, il Teatro dei Colpevoli ha sentito l’esigenza di non dimenticare creando un lavoro che fosse anche manifesto del gruppo stesso, andando a ricelebrare, quello che considera essere un martirio, attraverso un rituale. Un celebrante, due donne, i loro ricordi e i loro intimi rituali sono i protagonisti della pièce.”

Simone Giannatiempo (Pastorius), nato a Salerno nel 1982, si forma teatralmente attraverso un percorso di incontri con diversi maestri del teatro contemporaneo: Roberto Mantovani, Domenico Polidoro, Eugenio Barba, Julia Varley, Rena Mirecka, Peter Clough, Michele Monetta. Nel gennaio 2008 fonda a Napoli il gruppo di ricerca teatrale il Teatro dei Colpevoli di cui è regista e trainer.

Cala ‘a saudage

idea, drammaturgia e regia Giuseppe L. Bonifati
con Luigi Tabita e Giuseppe L. Bonifati
fisarmonica Francesca Palombo
organizzazione Giulia Capodieci

“Siamo al principio degli anni ’90 o fine degli anni ’80. In una città di provincia, una qualsiasi provincia del Sud. Un triangolo. O meglio, i vertici di un triangolo: A B C. Questo è però un triangolo imperfetto, poiché converge in un punto quasi a schiacciarlo. In un ménage à trois non proprio così felice, i due protagonisti A&B architettano un assurdo scherzo. Uno scherzo che si rivelerà (femme) fatale...”

Giuseppe L. Bonifati (attore, autore, regista). Classe 1985. Ha frequentato e poi abbandonato, immacolato e ribelle, la Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi. Fa parte dal 2008 del gruppo internazionale Jasonites seguito da Julia Varley e dall’Odin Teatret. Ha incontrato nella sua formazione, tra gli altri, Rodrigo Garcia, Antonin Milenin, Abani Biswas, Maurizio Scaparro, Enzo Moscato, Marcello Magni, Giuliano Scabia. Ha lavorato con Eugenio Barba, Motus, Renato Carpentieri, Remondi e Caporossi, Ruggero Cappuccio, Andrée Ruth Shammah, Roberto Cavosi, Emanuela Giordano, Giuseppe Maradei. E’ stato premiato col Microfono di Cristallo Umberto Benedetto 2006 della RAI. E’ direttore artistico della Compagnia Divano Occidentale Orientale. Scrive e dirige Ammaliàta vincitore del Bando ETI-I Teatri del Sacro 2009. Contradesejo è Finalista al Premio Nazionale di Drammaturgia Il Centro del Discorso 2010. Nel 2011 dirigerà in Costa Rica il suo ultimo lavoro, Maiden in C.R. Lo spettacolo è patrocinato dall’Ambasciata Italiana a San Josè.

NIP_not important person

progetto Macelleria Ettore_teatro al Kg
con Woody Neri, Maura Pettorruso, Paolo Maria Pilosio
scene, costumi e set video Maria Paola Di Francesco
creazione e realizzazione musiche originali Chiarastella Calconi
video Katia Bernardi, Rudy Concer
disegno luci e audio Gianluca Bosio
testi di Carmen Giordano e Marco Simiele
montaggio e regia Carmen Giordano

“NIP_not important person è un osservatorio su dinamiche e relazioni tra persone, nel tempo e nello spazio, con il confronto e la contaminazione di performance, musica e video. Il progetto è sostenuto mediante residenze artistiche da Centrale Fies/Drodesera Festival e Scarlattine Teatro/Festival Giardino delle Esperidi. Not important person: quelli che incontriamo per strada, in ufficio, al bar, in metro, a scuola, a casa, in chiesa. Persone qualunque, con vite qualunque. Macelleria Ettore li spia, li seziona, li fa a pezzi e li rimonta. Il montaggio definitivo è nella testa dello spettatore.”

Carmen Giordano (1980) si è diplomata alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi nel 2006, ha lavorato con Serena Sinigaglia e Tonino Conte. E' autrice e regista di Idiota. Un tradimento di Dostoevskij (produzione Teatro della Tosse). Tra i suoi spettacoli con Macelleria Ettore, La porta aperta, Cechov#01 e Stanza di Orlando.

Questa tosse

di Antonio Ianniello
con Anna Bellato, Luigi Di Pietro, Antonio Ianniello, Fulvio Pepe, Aurora Peres
scene Carlo De Marino
luci Gianni Staropoli
organizzazione Domenico Coduto
regia Antonio Ianniello

“Se durante la festa del tuo compleanno arriva un vecchio che nessuno ha invitato ma vuole restare lì perché oggi è anche il suo compleanno, tu che fai? Tua moglie intanto piange e dice che le ricorda qualcuno, lui bacia gli invitati, beve vino, tocca il culo della moglie di tuo fratello, tuo fratello intanto sanguina da un dito perché ha sparato i fuochi per il tuo compleanno e il pavimento sembra coprirsi del suo sangue. Ad un certo punto questo vecchio saluta tutti e parla di sua madre che al momento di partorirlo credeva che lui fosse morto. E’ la stessa storia che racconta, Antonio, il festeggiato, all'inizio. Qualcuno è davvero morto, forse. Oppure è solo un compleanno…”

Antonio Ianniello, diplomato alla Silvio D'Amico, si è perfezionato in Italia (Marco Martinelli, Emma Dante, Valerio Binasco, Nicolaj Karpov) e negli USA (Susan Main, Michael Margotta e Susan Batson). Ha lavorato, tra gli altri, con Alex Infascelli, Krzysztof Zanussi e Pappi Corsicato al cinema e con Mario Gelardi in Gomorra, Furio Andreotti ne Il Bosco di Mamet, Massimiliano Farau e Pietro Bontempo, in teatro. Fra i suoi testi si segnalano Shostakovich il folle santo, prodotto da Teatri Uniti e Non la smettevano mai di cantare, finalista al Premio Riccione 2009 e ospitato al festival internazionale di drammaturgia Quartieri dell’arte e Devi essere forte, fra i finalisti di Nuove Sensibilità.

Manichìni

un progetto di Monica Andolina e Delia Calò (Compagnia del Tratto)
drammaturgia Rosario Palazzolo
effetti sonori Vincenzo Biondo
disegni Giuseppe Buzzotta
con Monica Andolina, Delia Calò, Chiara Pulizzotto
organizzazione Tiziana Giordano
regia Delia Calò e Monica Andolina

“Quarto atto della Trilugia dell’impossibilità, Manichìni è uno spettacolo rocambolesco e allucinato. È la parola tormentata di chi ha smesso di dare valore alle parole, prediligendo il mascheramento, l’immobilismo del pasto garantito, l’iperbole del buon senso. È il non essere, la sua irrimediabile impossibilità. È un eterno sconfinare l’accidente, l’immiserimento del potenziale immaginativo delle variabili.”

Delia Calò ha debuttato come attrice nel 1997 con W Santa Rosalia. Ha lavorato con L. Bernardi, R. Palazzolo, C. Cona. Nel 2009 è stata finalista al Premio Scenario con Masculiata.
Monica Andolina ha lavorato con C. Collovà, G. Brackett, M. Spicuzza. È stata finalista al Premio Scenario con Masculiata. Entrambe fanno parte della Compagnia del Tratto.