|
![]()
ALESSANDRO SCIARRONIINTERVISTA AL PERFORMER, COREOGRAFO E REGISTA MARCHIGIANO![]() Cos’è per Lei il Teatro? "Il Teatro, la produzione di un evento, equivale alla risoluzione di un enigma. I lavori che riescono meglio sono quelli che riescono a sciogliere l'enigma solo in parte." Potremmo definire il Suo, un percorso eclettico. Qual è il fil rouge che lega i Suoi spettacoli? "Quello che muove la mia ricerca normalmente è un'intuizione inaspettata: mi capita di trovarmi in un luogo e di assistere a un evento che in alcuni casi mi fa avere la sensazione che il tempo stia rallentando e che mi trovi esattamente in quel luogo e in quel momento. Questo è capitato per esempio rispetto a Folk-s, quando per la prima volta ho visto un'immagine di un danzatore con l'abito tradizionale tirolese-bavarese; è successo l'anno scorso quando mi trovavo ad assistere a uno spettacolo di magia-giocoleria e nel momento in cui ho visto i due giocolieri che lanciavano in aria le clave ho avuto un'intuizione che mi ha fatto capire che quella pratica andava indagata. E' qualcosa di assolutamente soggettivo da un lato, ma anche universale. Più si riesce ad andare nello specifico, più si fotografano i dettagli, più si riuscirà a parlare di qualche cosa che riguarda tutti noi." Qual è stato l'incontro che ha segnato maggiormente la Sua carriera artistica? "C'è un'artista in particolare verso la quale continuo a tornare a ogni inizio di lavoro per poi rimettermi sulla mia via, ed è un'artista che ha cambiato profondamente la mia maniera di pensare quando avevo 20 anni ed ero un giovane studente di storia dell'arte e di storia della fotografia: si tratta della fotografa americana Diane Arbus. Riprendere in mano le sue immagini, i suoi diari, è come tornare ogni volta da qualcuno che hai conosciuto benissimo per tanti anni e che oramai non frequenti più. Diane Arbus è stata una straordinaria artista, non una semplice reporter, e il suo lavoro è rimasto da qualche parte impresso nella mia memoria; a volte ho quasi il timore che in un certo senso stia ripercorrendo i suoi passi, ovviamente attraverso il mio linguaggio che è quello della performance, della danza, del teatro e non quello dell'immagine fotografica. L'altro giorno ad esempio ho riletto il progetto che aveva scritto per richiedere una borsa di studio alla Fondazione Guggenheim a New York in cui afferma: «Voglio fotografare la maggior parte delle cerimonie del nostro presente perché mentre viviamo il qui e ora, ne percepiamo solo l'aspetto casuale, sterile e senza forma. Mentre continuiamo a rimpiangere il fatto che il presente non sia come il passato e ci disperiamo rispetto al fatto che il futuro possa continuare ad essere così, queste innumerevoli e inscrutabili tradizioni giacciono in attesa di poter rivelare il loro significato». " Che consigli darebbe ad un giovane attore? "Di andare a studiare all'estero. E di non studiare teatro." A che cosa non rinuncerebbe mai? "Non saprei." Qual è il Suo sogno nel cassetto? "Non ho sogni nel cassetto. Sono fondamentalmente pessimista." Scopri le più belle frasi sulla Danza |