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FEDEZFedez è uno degli artisti più promettenti del panorama della musica italiana, con il suo rap provocatorio, sarcastico e irriverente è diventato in poco tempo un fenomeno mediatico alimentato in gran parte dal web, dove ha trovato terreno fertile con una diffusione virale senza precedenti. I suoi video sono visti da milioni di ragazzi di tutte le età, i suoi brani scaricati da centinaia di migliaia di utenti: Fedez è figlio della new technology e del do-it-yourself. Figlio del punk e dei centri sociali milanesi, inizia a farsi conoscere con lo street album "Pat-A-Cake". A dicembre 2010 esce "Anthem" il primo esperimento video che vede Fedez nelle vesti di video-maker. A marzo 2011 esce "Penisola Che Non C'è", la seconda autoproduzione distribuita in free download e cantata su strumentali originali prodotte da JT. Il self-made a 360 gradi lo porta a girare, produrre e montare il video di "Tutto Il Contrario". Nella primavera del 2011 entra in contatto con DJ Harsh e grazie alla Zona Uno Booking inizia un'intensa attività live con il "Penisola Che Non C'è Tour", toccando oltre 30 club in tutto lo stivale e dividendo i palchi con Crookers, Club Dogo e molti altri. Durante il tour pubblica un mixtape di remix dal titolo "Tutto Il Contrario" che contiene "Ti Porto Con Me", vera e propria hit digitale basata sui beat di Master Mind, brano che segna il suo punto di svolta. A luglio 2011 firma un contratto discografico con Best Sound, dove Tanta Roba / Zona Uno Booking hanno stabilito la loro sede operativa, continuando l'attività live come tour supporter a Gué Pequeno con oltre 40 date tra agosto 2011 e gennaio 2012. "Il Mio Primo Disco Da Venduto" (Best Sound / Tanta Roba), esce nell'ottobre del 2011 ed è reso disponibile in rete gratuitamente, vi partecipano i grandi nomi della scena italiana: J-Ax, Club Dogo, Marracash, Two Fingerz, Shablo, Entics. Il primo singolo è "Jet Set", seguito da "Vivere Domani". Nel mezzo, un tour partito a Febbraio 2012 caratterizzato da molti sold out e da date replicate più volte in tutta Italia. Nel Maggio 2012 viene selezionato da MTV New Generation come 'Artista del Mese', piattaforma dalla quale viene lanciato il video di "Faccio Brutto", agli MTV Hip Hop Award dello scorso dicembre per lo stesso brano gli viene assegnato il premio ‘Best Song’ . La tournèe nei club lo ha visto impegnato per due mesi in una serie di concerti tutti sold out che hanno confermato il trionfo del giovane rapper milanese. L’artista presenta i brani del suo ultimo e strepitoso album, che ha guadagnato a soli due mesi dall’uscita la certificazione di disco di platino, senza dimenticare i successi che lo hanno portato alla ribalta della scena rap come “Ti porto con me”, “Faccio brutto” e “Jet set”. Con la stessa ironia e sarcasmo che utilizza nei suoi testi, Fedez ha portato in giro uno show teatrale, fatto di gag e travestimenti, in cui gioca con effetti scenici rivolti al pubblico. Che il successo dell’hip hop in Italia non sorprenda più nessuno è un dato di fatto ormai consolidato. Merito di alcuni artisti che hanno provveduto nelle scorse stagioni a sfondare il muro che separava questo genere – da noi sempre rimasto di nicchia e saldamente in mano agli indipendenti – dal pop più mainstream e dalle classifiche dei dischi più venduti. Con il risultato che ora le radio e le tv musicali si arricchiscono di conduttori o format tv provenienti dal mondo dell’hip hop, e in classifica quei dischi volano alti. Niente è successo a caso, sia chiaro. C’è stato piuttosto un lavoro importante, metodico, determinato, per far si che questo succedesse. L’hip hop, oggi come da sempre, viene dal basso. Chi decide di praticarlo, da noi, non ha scorciatoie possibili. Deve mettersi in gioco, rischiare, e conquistarsi un seguito da predicatore, convertendo cioè i suoi seguaci uno a uno, nel corso di interminabili battaglie di freestyle, rispedendo il dissing al mittente, trovando rime e battute al fulmicotone nello spazio di un battito di ciglia. Questa è la scena che brucia ancora, lì, sotto la cenere, ma di cui pochi sanno, lassù in alto. Ed è la scena da cui arriva oggi un nome che di nuovo ha molto solo per chi non la frequenta. Federico Lucia, in arte FEDEZ, passaporto milanese (con origine meridionale) ad annunciare, a breve, le sue prime 24 primavere compiute (classe 1989). Con la forza e la determinazione di un rullo compressore: nato come artista web, sul web è nato e cresciuto pubblicando singoli, EP e arrivando prima a uno street album politico intitolato PENISOLA CHE NON C’E’ poi al suo primo web album, pubblicato per l’etichetta Tanta Roba con il quale si smarca in anticipo da tutte le possibili critiche (sì, perché il mondo dell’hip hop non perdona chi ce la fa, quando ce la fa): lo intitola IL MIO PRIMO DISCO DA VENDUTO, e lo orna con i featuring di gente di tutto rispetto: J-Ax, Marracash, Jack La Furia (Dogo) e Two Fingerz. Quello di FEDEZ è un percorso costruito in un modo nuovo, come è giusto che sia per un ragazzo di vent’anni: i suoi video sono fatti in casa, è lui che ne decide storie, inquadrature, colori, è lui che provvede a girare e a montare le sue clip. E’ lui che come web artist ha affrontato in prima persona tutti i pro e i contro del social network, è lui che ha visto i suoi potenziali fans dividersi in seguaci e detrattori. E’ lui che con la musica si è costruito un percorso che, attraverso l’incontro con Best Sound, arriva oggi al suo primo, vero, album, intitolato significativamente SIG. BRAINWASH – L’ARTE DI RACCONTARE, esplicito omaggio al film EXIT THROUGH THE GIFT SHOP di Bansky, il celebre artista anonimo, in uscita per Best Sound - Epic/Sony Music il 5 Marzo 2013. E allora ascoltiamolo insieme, questo album, perché ci sorprenderà: perché FEDEZ sin da subito mette in chiaro alcune cose, e la prima è di essere un artista hip hop sui generis. Via i beat tutti uguali, le basi rigorosamente “pure”, i featuring che vanno di moda. Dentro una lista di nomi e di stili improbabili, dal turbo-funk dei RESET! (collettivo di produttori e dj di stanza a Milano) ai riferimenti più pop di Fausto Cogliati (già dietro i lavori solisti di J-Ax e collaboratore fidato di Eros Ramazzotti), passando attraverso altri produttori come Roofio (Two Fingerz), Shablo e Don Joe (Club Dogo). Ma anche i featuring raccontano un percorso originale e senza paraocchi: Elio, Francesca Michielin, i Punkreas – grande passione di FEDEZ, che si sente in credito con loro come con il punk-pop dei Blink 182 molto più di certi obbligati riferimenti hip hop – si affiancano a nomi più consueti per il genere, come Danti (rapper di Two Fingerz), Simon de Jano, Guè Pequeno e colui che viene indicato da più parti come il più elegante, complesso e talentuoso rappresentante dell’hip hop italiano, Dargen D’Amico. Fatte le presentazioni, passiamo al disco: che è un lavoro sorprendentemente maturo (l’iniziale “Si scrive schiavitù, si legge libertà”, oppure “Non ci pensi mai”) caustico ed ironico (il gossip style di “Alfonso Signorini (Eroe Nazionale)”, l’inno “Single a vita” e il ritratto delle “escortine” in “Pensavo fosse amore e invece…”), con Milano città simbolo del BelPaese, in bilico tra malavita e buoncostume (“Faccio brutto”, “Milano bene”), e nel mezzo alcuni tagli di luce autobiografici che fanno la differenza (“Nel mio piccolo”, “Cigno nero”, “Sembra semplice”). Rime costruite con sapienza, quelle di FEDEZ, frutto di un cammino durato anni e di un’applicazione estrema, che non lascia niente al caso mai. Un album che sa essere al tempo stesso personale, politico e sociale per come queste tre parole possano essere declinate, oggi, da un ragazzo di poco più di vent’anni. Sono cambiati i riferimenti, nel frattempo, e le coordinate di chi scrive. E il risultato si sente, e si legge. Rime che circolano libere, che dicono anche quando sembrano tacere, che non inneggiano a ideologie o schieramenti ma semplicemente danno al racconto, a una successione di immagini, il ruolo da protagonista di una narrazione. Con il risultato di regalare un disco che si ascolta come si leggerebbe un libro di racconti, seguendo le storie, per poi ritrovarselo dentro a un livello molto più profondo.La riprova che questo non è più (soltanto) un Paese per vecchi. Bravo FEDEZ. |