MARCO MARTINELLI

INTERVISTA AL REGISTA, FONDATORE DEL TEATRO DELLE ALBE

foto Marco Martinelli

Maestro, facili Cassandre evocano da sempre la morte del Teatro... come immagina il futuro del Teatro?

"Di "morte del Teatro" se ne parla da più di un secolo. A me sembra che il Teatro sia più vivo che mai: un Teatro vivo è un Teatro che si trasforma, come ogni organismo vivente. E il Teatro "vivente" lo è in modo tutto speciale rispetto alle altri arti, rispetto ai codici della riproducibilità tecnologica: è la vita stessa che si organizza in "forma", davanti ai nostri occhi, in linguaggio irriproducibile e irriducibile, come un guerrigliero che non si rassegna.

Il futuro? Il Teatro è un'arte bambina, è nato "solo" 25 secoli fa: cosa sono 25 secoli davanti ai milioni di anni dell'evoluzione della specie? E in quanto arte bambina, solo i bambini la salveranno. Affidiamoci a loro, noi che abbiamo i capelli bianchi. Impariamo da loro."

Cos' è per Lei il Teatro?

"E' lo scarto possibile. E' la festa della vita. E' la possibilità di rovesciare il tavolo del grigiore quotidiano, scompigliando le carte. E' il luogo della "relazione", è il "luogo comune", in cui i Molti sono Uno, e l'uno-in-scena, l'attore, è la creatura che i Molti rappresenta. In cui si può bisticciare, ridere, infuriarsi, riabbracciarsi, cantare, raccontare una storia, danzare, commuoversi, suonare campane a festa e "a mortoro", riflettendo sul mistero della nostra finitezza. E' morte e resurrezione. E' atto politico. E' atto metafisico. E' la verità che parla in maschera. E' la bellezza che ogni possibile orrore lo raccatta per strada, e lo trasforma. E' Edipo che si scopre innocente. E' Tebe che comprende la sua collettiva colpevolezza."

Quale consiglio darebbe ad un giovane attore o attrice?

"Cosa sei disposta a rischiare? Sei disposta a mettere in gioco tutta te stessa? Se non lo sei, pensa a un altro mestiere."

Attraversiamo un momento di profondissima crisi sociale prima ancora che politica ed economica... quali a Suo avviso le cause e quali le possibili soluzioni?

"Nella storia dell'umanità la crisi è la "norma", non l'eccezione. E la soluzione possibile è sempre la stessa, dai tempi delle caverne: smetterla con i "sacrifici umani", che invece continuano imperterriti da allora, guerre e ingiustizie e ladrocinio e sfruttamento dell'uomo sull'uomo e avvelenamenti, continuano anche se in forme sempre più progredite e raffinate. Ma tanto è impossibile! La rivoluzione non piove dal cielo! Quel che è possibile è che io e te ci mettiamo insieme e creiamo un luogo (di vita e di lavoro insieme) dove non avvengano più "sacrifici umani". Questo sì che è possibile, e dai tempi delle caverne ad oggi ha lo stesso nome: rivoluzione. Il resto sono chiacchiere e distintivo. Come diceva il grande Peguy: «la miglior difesa non è l'attacco, la miglior difesa è la creazione, quando si può»"