Intervista alla regista teatrale

Susanna Poole

INTERVISTA A SUSANNA POOLE


1) Facili Cassandre evocano da sempre la morte del Teatro... come immagina il futuro del Teatro?

"Non voglio immaginarlo, voglio viverlo. Credo comunque che la qualità di “rito” che il Teatro possiede, dovuta alla compresenza fisica di attori-officianti e spettatori-partecipanti non potrà essere sostituita da altri media, o almeno siamo ancora molto lontani."

2) Qual è, a Suo avviso, il male principale del Teatro italiano contemporaneo?

"È noioso, ma non credo si tratti di un problema solo italiano. Quando è così il rito semplicemente non accade. Ne parlava già Peter Brook rispetto al teatro shakespeariano inglese negli anni '60."

3) Cos'è per Lei il Teatro? Ci dia una Sua personalissima definizione

"Per me dall’interno come attrice e regista è l’incredibile possibilità di allargare la mia esperienza di vita e trasformarmi in altre creature e dare vita ad altre storie."

4) Qual è stato l'incontro che ha segnato maggiormente la Sua carriera?

"Ce ne sono stati diversi. Sicuramente quello con la regista Giorgia Palombi e l’attrice Alessandra di Castri con cui abbiamo lavorato per anni intensamente nel gruppo Maniphesta Teatro, attraverso i laboratori in carcere e i nostri spettacoli, divertendoci tanto. Poi quello con Enrique Vargas, regista colombiano del Teatro de los Sentidos, con Patrizia Menichelli, l’aiuto regista e con tutti gli artisti di quella bellissima compagnia di Barcellona. Infine l’incontro con le amiche e gli amici artisti con cui adesso condivido la ricerca teatrale e con cui è nata la compagnia Teatro dei Sensi Rosa Pristina: Rosaria Bisceglia, Roberta Di Domenico De Caro, Carlo Melito, Davide Giacobbe, Salvatore Margiotta. Poi sono arrivati Eleonora Longobardi, Sofia Campanile, Cinzia Romanucci, Lidia Arìas, Gabriele Poole.."

5) Quale consiglio darebbe ad un giovane attore o attrice?

"Di non imitare gli altri ma cercare la propria natura sulla scena."

6) Qual è il Suo sogno teatrale nel cassetto?

"Avere un grande spazio per la compagnia, tutto nostro, dove poter lavorare con tranquillità e, quando siamo pronti, far entrare il pubblico.."