Intervista allo scrittore e regista teatrale

Vincenzo Incenzo

INTERVISTA A VINCENZO INCENZO


1) Facili Cassandre evocano da sempre la morte del Teatro... come immagina il futuro del Teatro?

"Il Teatro non può morire perché è nella natura dell’uomo rappresentarsi e ristabilire armonia con il mondo attraverso l’immaginazione e l’astrazione. Certo, il Sistema oggi non lo aiuta. Ma ci sarà sempre e comunque una resistenza. La crisi genera creatività, spesso traduce il pericolo in opportunità. Sono ottimista, penso a un nuovo Rinascimento, anche se in tempi non brevi."

2) Qual è, a Suo avviso, il male principale del Teatro italiano contemporaneo?

"Allargherei il discorso. Il male è a monte, in una Scuola che considera l’arte ora di ricreazione, in un apparato politico che taglia le risorse alla cultura, in un Sistema, in cui ormai siamo immersi, che appiattisce le differenze e ci confina dietro il reticolato della norma. La nostra sensibilità uditiva e iconica è stata falciata da una televisione normalizzante. Gli stimoli sono venuti meno. I teatri in questa crisi hanno urgenza di sopravvivere, non accettano i rischi e gli esperimenti, cercano il facile consenso e la proposta artistica si muove a fatica."

3) Cos'è per Lei il Teatro? Ci dia una Sua personalissima definizione

"Un elastico per allargare il mondo, per non accettare che la realtà sia solo quella che si vede."

4) Qual è stato l'incontro che ha segnato maggiormente la Sua carriera?

"Ce ne sono stati tanti, in stagioni diverse, estremamente importanti. Facile pensare a Renato Zero o Lucio Dalla, alla Premiata Forneria Marconi o Venditti; ma direi anche il meraviglioso momento con Sergio Endrigo. Per il Teatro penso sicuramente a David Zard; mi ha offerto visibilità e qualità, ha protetto il mio lavoro, lo ha reso popolare."

5) Quale consiglio darebbe ad un giovane attore o attrice?

"Coltivare la differenza, cercare sempre l’originalità. Non c’è altra strada. Ognuno di noi deve chiedersi ogni giorno cosa può fare perché il mondo si sposti in avanti anche solo di un centimetro. A maggior ragione un giovane artista, ancora libero, puro, irripetuto."

6) Qual è il Suo sogno teatrale nel cassetto?

"Si sta realizzando; uno spettacolo completamente concepito e diretto da me, dove, poesia, musica e scena possano fondersi nel mio personale linguaggio e nella mia cifra stilistica senza nessun tipo di interferenza. Lo spettacolo si intitola Diana & Lady D, un viaggio intenso, duro e poetico nelle due anime della principessa scomparsa, un monologo a due voci, come mi piace definirlo. La protagonista, chiamata auna prova attoriale assoluta, sarà Serena Autieri. Debutteremo nel 2017."